venerdì 21 settembre 2012

il general Peron era sardo


Letteratura, Luisa Valenzuela: il general Peron era sardo

Una vecchia storia senza conclusione, quella sulle origini italiane del presidente argentino Juan Domingo Peron, torna a vivere con nuove prove nell’ultimo romanzo di Luisa Valenzuela, una donna che aveva deciso di abbandonare la letteratura ed è tornata per sorprenderla

Peron: alza la bandiera o cala la maschera? (foto: la rete)
Peron: alza la bandiera o cala la maschera? (foto: la rete)
Come spesso accade con la dietrologia di ogni genere, c’è una gran quantità di prove a favore della sconvolgente teoria che si vuole sostenere, ma nessuna di esse è definitiva: così è per la fuga di Adolf Hitler in Argentina o per la morte di Paul Mc Cartney avvenuta all’alba di un giorno del 1962, nell’umida campagna inglese. Per questo, nemmeno la storia secondo cui il presidente e fondatore della più totalizzante e famosa delle ideologie argentine, Juan Domingo Peron, sarebbe nato in un paesino del centro sardo chiamato Mamoiada arriverà probabilmente mai ad una conclusione, anche se continuerà a insospettire, attirare ed anche convincere la gran parte di quelli che l’incontreranno.
A proseguire quest’opera di mosche nelle orecchie, dopo diverse indagini di taglio storico, realizzate da altrettanti ricercatori più o meno noti, ora arriva anche una sua versione letteraria firmata dall’argentina Luisa Valenzuela. La maschera sarda, per il momento, disponibile solo in spagnolo, ma vista la quantità di traduzioni che vantano le altre opere dell’autrice, c’è da sperare che la versione italiana non tarderà molto ad arrivare. Comunque sia, sbaglia chi crede che si tratti solo di una favola, perchè la Valenzuela ha imbastito la propria storia dei fatti reali che hanno portato molti prima di lei a vedere con i propri occhi Mamoiada, un paese della Sardegna poco noto anche agli stessi sardi, e scoprire tutte i sorprendenti indizi di una verità nascosta.
Dal canto suo, però, la scrittrice non è arrivata in questo luogo antico perché stesse seguendo le tracce del paleo-peronismo, ma perché desiderava studiare la tradizione delle maschere e il loro significato nella cultura del carnevale isolano. Una volta a Mamoiada, però, Luisa, che aveva abbandonato il proprio paese con la promessa di abbandonare anche la forma del romanzo che pur le aveva dato una discreta notorietà, si è trovata di nuovo al punto di partenza: invece che agli antipodi che aveva cercato, si trovava in un paesino per certi aspetti molto simile a la sua città, Buenos Aires.
Il primo di questi aspetti è sicuramente il principale edificio del paese: una casa rosa, la cui struttura architettonica e il cui colore ricordano, neanche troppo vagamente, il palazzo di governo argentino, cioè la Casa Rosada di Plaza de Mayo. Un altro elemento, poi, era quello per cui alcune maschere del carnevale, che secondo le sue stesse parole “è qui una festa per accogliere l’inverno, che mobilita tutto il paese e caratterizza la sua anima più profonda”, hanno una fisionomia molto simile a quella del general Peron. Addirittura, le stesse vengono fabbricate dagli artigiani locali con il legno di pero selvatico.
La teoria che la Valenzuela propone ne La mascara sarda, è che Peron abbia trascorso la sua infanzia sull’isola, in una specie di idillio pastorale poverissimo e avulso dal mondo. Poi, emigrò quasi adolescente con la propria famiglia in Argentina, una terra dove sviluppò il suo più noto concetto politico, composto da un fortissimo patriottismo. In questa fase della sua crescita, il giovane Peron avrebbe visto la necessità di nascondere la propria origine, prima di tutto per un motivo pratico e poi per uno simbolico: la Costituzione argentina, infatti, proibisce agli stranieri di occupare cariche politiche, né tanto meno di diventare presidente. D’altra parte, poi, vedeva come poco legittimo il suo patriottismo, se non avesse rivendicato un’autentica argentinità.
Nell’identità che avrebbe scelto, posizionandone la falsa origine nel cuore dello sterminato paese che ha governato per molti anni, cioè nella profonda Patagonia, non avrebbe però voluto cancellare del tutto il suo vero passato, quindi, mantenne un segno di Mamoiada nel nome, quel pero che serviva a fare le maschere tanto care ai suoi compaesani e che lo portò a chiamarsi Peron.
Nell’invenzione di Valenzuela, un vecchio Peron esiliato in Spagna come veramente fu, in procinto di rientrare in patria per il suo ultimo governo, viene costretto dal suo famoso segretario traditore: Lopez Rega, a fare i conti con un passato che ha represso prima di sognare davvero fino a dove sarebbe potuto arrivare. Il presente storico dell’anno 1974, viene alternato ai barlumi sull’infanzia a Mamoiada e, con il modo dell’arte, torna fuori una vecchia questione, scomoda per molti peronisti, vera per molti altri.

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