lunedì 28 gennaio 2013

Il bottino di Evita

ARGENTINA

 Il bottino di Evita 

 



Quando nel 1987 la tomba di Juan Peron fu profanata e furono asportate le mani dal corpo, molti (ovviamente antiperonisti) avanzarono l'ipotesi che gli artefici del gesto volessero prendere le impronte digitali per accedere al bottino miliardario (nascosto nelle banche di Ginevra) consegnato da illustri nazisti in cambio di passaporti e visti argentini. In realtà i profanatori ignoravano che lo stesso Peron aveva cercato per circa vent'anni, dopo la morte della moglie (1952), di recuperare il tesoro che Evita aveva sistemato in Svizzera durante un viaggio in Europa. Probabilmente, se avesse potuto, anche Peron avrebbe preso le impronte digitali della moglie; il fatto è che il cadavere imbalsamato di Evita scomparve per una ventina d'anni fino a quando fu ritrovato nell'armadio dell'ufficio di un generale dell'esercito.
Certo è che se Alan Parker avesse raccontato questa parte della storia, il film sarebbe stato meno noioso; ma agli Argentini non sarebbe piaciuto comunque.
E se questo ritratto contrasta con l'immagine interpretata da Madonna (che l'ha resa popolare nel mondo più di qualsiasi gesto compiuto in vita), l'ipotesi del coinvolgimento della "regina del popolo" nella fuga dei nazisti sembra invece più che probabile.
Documenti del Congresso mondiale ebraico sostengono che i coniugi Peron aiutarono più di 15.000 nazisti a raggiungere l'Argentina; documenti della Chiesa cattolica descrivono l'incontro avvenuto a Rapallo nel 1947 tra Evita e Martin Bormann, uno degli uomini più vicini ad Hitler.
E' stato calcolato che gli investimenti di soldi nazisti nelle banche, nelle compagnie assicurative e nelle attività commerciali argentine ammontava nel 1947 a 1.645 miliardi di dollari.

http://www.evitaperon.org/
Evita Peron Historical Research Foundation.
Biografia e foto di Evita. Lo scopo della fondazione è promuovere la ricerca sulla vita, sul lavoro e sull'impegno sociale di Eva Peron, oltre che raccogliere documenti sul personaggio e promuoverne l'immagine.


http://www.servicenet.com.ar/mbarbera/evita/
Il mistero del cadavere di Eva Peron scomparso dal 1952 al 1971; biografia e foto.


martedì 8 gennaio 2013

EL ESKIU:“Perón conservó el origen del misterio de su nacimiento”


“Perón conservó el origen del misterio de su nacimiento”

La escritora Luisa Valenzuela habló de su novela, en el marco de la Feria del Libro.
Lunes, 15 de Octubre de 2012
La talentosa escritora Luisa Valenzuela se presentó en la Feria del Libro donde habló con el público catamarqueño de su última novela “La Máscara sarda – el profundo secreto de Perón”.

Valenzuela comentó que esta emblemática novela relata a través de la ficción, uno de los secretos mejor guardados de la historia argentina, que surgió en un viaje que la escritora realizó a Cerdeña (Italia) para conocer los carnavales. Allí ubicada, “fue donde me dijeron que Perón había nacido ahí, entonces me empezaron a mostrar documentos y detalles que los habían convencido a los habitantes del lugar, que el general había nacido ahí. No lo creí, pero me pareció demasiado interesante y así escribí esta novela”, comentó.

“De golpe cuando la novela te asalta, uno tiene que entregarse, porque te permite decir cosas que no son realidad, pero que de alguna extraña manera tienen que ver con la realidad”, con esta novela Valenzuela trabajó todos los mitos sardos que enriquecen de algún modo todos los mitos que rodean a Juan Domingo Perón, dándole otra mirada a “este personaje tan ambivalente que fue el General”, como ella mismo lo define en cada una de las páginas del libro.

¿Cómo encaró este descubrimiento para poder contar la historia del nacimiento de Perón?

L.V: “lo tome con mucho respeto, porque yo no sabía cómo manejar el tema, traté de representar que había sido López Rega Desde 1949 "por mandato divino" el cabo de policía José López Rega (fue custodio del Palacio Unzué), quien impone la versión… pensé que López Rega debe haber tenido (y debe ser muy cierto– acota la escritora) mucho resentimiento con Perón, porque este no le dio el poder que él quería tener, que después adquiere cuando Perón muere, entonces lo quiere forzar a que Perón reconozca este secreto que sería muy invalidante para el general porque no hubiera podido ser presidente de la república por una cuestión constitucional”.

“Yo pongo la escena justo antes de que Perón vuelva a la Argentina en el 73, y López Rega quiere ser el dueño del secreto y que Perón siga viaje… entonces lo va guiando por todo un pasaje muy mítico, muy rico, que voy creando a través de la novela, basada en la mitología de Cerdeña y en las cosas que uno sabe de Perón, y como no se sabe nada de su infancia, entonces este es el momento en que la novela puede contar cosas que la historia no va a contar, porque tampoco son reales, pero que son reales para muchos, porque la mitad de esa gente, del pueblo de Cerdeña, cree que la historia es cierta y esto lo dicen desde el 51`, no es algo que inventaron ahora”.

¿Cómo interpretó el público sus comentarios?

L.V: “Todos están fascinados, entienden que es una novela respetuosa, que enriquece la figura de Perón porque le da otra mirada, si no hubiera sido por esta cuestión ilegal a Perón le habría encantado la novela, porque él mismo dijo que había logrado conservar el origen del misterio de su nacimiento”.
“No se sabe si Perón nació en Lobos, o en General Bermúdez, todos esos documentos están tergiversados y yo le inventé una infancia riquísima, a pesar que no creo que haya nacido en Cerdeña”, dijo la escritora.


Catamarca formará parte de su próximo trabajo

Luis Valenzuela adelantó que está trabajando en un próximo libro que incluirá como temática central “la sal”, por lo que viajó hasta el salar de pipanaco para poder conocerlo e inspirarse.
“Ahora me tenté con un proyecto muy antiguo que tengo, que es un libro sobre la sal, por eso el motivo del viaje al salar, para alimentar un poco esta posible novela… me encontré con una novela en Italia, por qué no me voy a encontrar con otra acá en Catamarca”, comentó Valenzuela emocionada al referirse a lo será su próximo libro.
Consultada sobre el tema de inspiración expresó que “la sal es una cosa muy rica, muy mágica, no podemos vivir sin sal, la sal aparece en muchas mitologías, hasta en la palabra salario porque a los soldados romanos se les paga con sal, la sal es mucho más importante de lo que pensamos habitualmente, se trata de un emblema muy importante “es la sal de la vida”.

Evita Perón, populismo al femminile di Giuseppe Brenza


I LIBRI DEL BORGHESE

Evita Perón, populismo al femminile

E’ stato presentato a Roma, nella libreria “Arion” di via Cavour, il libro di Giuseppe Brienza

di Claudio Ciani

Evita Perón, populismo al femminile
La copertina del libro
E’ stato presentato a Roma, nella libreria “Arion” di via Cavour, il libro di Giuseppe Brienza, Evita Perón, populismo al femminile (con Invito alla letturadi Carlo Sburlati, Roma 2012, pp. 120. € 14). A ricostruire la vicenda e la peculiare personalità, psicologica e politica, di Evita, cioè di Eva Marìa Duarte (1919-1952), moglie dal 1945 di Juan Domingo Perón (1895-1974) ed “anima sociale” del regime Justicialistaguidato dal Colonnello argentino, sono intervenuti, oltre all’Autore ed all’editore Luciano Lucarini, Gennaro Malgieri, Olimpia Tarzia e Silvia Guidi.
Presentando l’iniziativa, l’Autore ha evidenziato l’importanza dei testi di Evita pubblicati per la prima nell’appendice al volume che, finalmente, contribuiscono «alla rivalutazione della sua figura anche dal punto di vista dell’impegno per la promozione femminile». Il lavoro di Brienza, infatti, contiene alcuni testi della “First Lady” peronista, raccolti sotto il titolo La donna può e deve votare, diffusi in ciclostile nel giugno del 1947, in occasione della sua visita a Roma.
Anche Silvia Guidi, de L’Osservatore Romano, ha evidenziato la squisita sensibilità femminile dimostrata nella realizzazione della sua grandiosa opera sociale da Evita. Che per esempio era usa «controllare tutto nei minimi dettagli per la migliore qualità di ospizi e case per fanciulli, spendendosi, in particolare, affinché gli ospedali non fossero anticamere della morte, ma della vita e che ogni stanza di ricovero od abitazione popolare non assomigliasse ad un luogo per dormire, ma per viverci allegramente».
Gennaro Malgieri ha spiegato che la famiglia sulla quale Evita pone l’accento è «la famiglia cristiana, cellula della Nazione e della società». Il giornalista e deputato PDL ha quindi invitato a superare la falsa rappresentazione che della leader peronista ha dato nel suo musical Lloyd Webber, basandosi sulla “letteratura” anti-peronista e dal quale è stato anche tratto il successivo film con Louise Ciccone Evita. Quest’ultima, infatti, come ha aggiunto Malgieri, è stata «ben diversa dall’arrampicatrice poco di buono che ci ha descritto Webber e che, finalmente, Brienza ci rappresenta come dedita incondizionatamente al suo popolo ed ai poveri».
E’ poi intervenuta Olimpia Tarzia, presidente del Movimento “Politica Etica Responsabilità” (PER), che ha affermato essere quello di Evita un «femminismo sano, che dovrebbe finalmente prendere il posto di quello vecchio degli anni ’70, che da trent’anni e più è rimasto uguale a sé stesso, fermo nel suo carattere rivendicazionistico e chiuso alla solidarietà sociale».
Brienza ha quindi spiegato come il suo saggio esce nella collana dei Libri del Borghese, ringraziando quindi il direttore Claudio Tedeschi, presente in sala, per aver consentito di riproporre nel 60° anniversario della morte di Evita, una ricostruzione che è anche un tributo allo straordinario impegno ed intesità con la quale la moglie di Perón ha portato avanti, con lui, una battaglia in favore della donna in una società argentina tanto maschilista quanto quella del tempo.
«Evita - ha infatti affermato - non intendeva affatto negare, bensì riaffermare con forza, in un contesto sociale “evolutivo” come quello del dopoguerra, le peculiarità e le prerogative essenziali svolte dalla donna nella famiglia, in netta antitesi con quanto perseguito dal femminismo individualistico e filo-marxista, che avrebbe caratterizzato la società occidentale della seconda metà del XX secolo. Non si era mai vista in Argentina una donna, di appena ventisei anni quando divenne “First Lady”, che si interessa di politica, che parla in termini semplici di problemi fino allora riservati a uomini anziani, spesso noiosi, quasi sempre incomprensibili».
Brienza ha poi aggiunto che è nel contesto del viaggio fatto da Evita nell’Europa uscita stremata dalla guerra nell’estate del 1947, che si originò il testo che, per la prima volta, l’Autore pubblica in appendice al suo saggio. Per quasi tre mesi, la leader peronista fu infatti in visita politico-diplomatica in Spagna, Portogallo, Italia e Francia, riscuotendo un enorme successo popolare. La prima tappa fu la Spagna del regime franchista, che subiva, come l’Argentina, l’isolamento internazionale e l’accerchiamento politico-economico ma, il momento clou, fu a Roma, dove Evita fu ricevuta in udienza da Pio XII. «Diversamente da quanto è solitamente tramandato, soprattutto nel film Evita di Alan Parker - ha affermato Brienza -, l’udienza da Papa Pacelli fu tutt’altro che un insuccesso. La tappa vaticana non gli riservò affatto alcuna “sgradevole sorpresa” come ha scritto qualcuno, perché il pontefice si intrattenne con lei quasi trenta minuti, il tempo concesso alle regine, e le fece dono di un rosario montato in oro e di una medaglia. Pio XII la ricevette con tutti gli onori benedicendola in spagnolo, ringraziandola per l’impegno verso i più poveri e assegnando al marito la Croce dell’Ordine di Pio IX».
A suo avviso, quindi, la benevolenza del Papa dimostra che la visione “anti-femminista” di Evita non rappresentava altro che la visione tradizionale e cristiana della donna che, anche oggi, andrebbe riletta e valorizzata per riadattarla ad una società ormai completamente svirilizzata e fra l’altro in drammatico declino demografico, anche a causa delle “conquiste” di certo femminismo sessantottardo

Intervista allo scrittore Gabriele Casula, autore del libro "¿Dónde nació Perón? Un enigma sardo nella storia dell'Argentina" (Condaghes).


Descrizione: Il Messaggero Sardo Magazine intende valorizzare la cultura isolana e le esperienze di alcuni sardi che, anche dopo essere emigrati, conservano tuttora un forte legame con la propria terra d'origine. Il filmato propone varie interviste che hanno come tema non solo la fortuna degli emigrati sardi nel mondo, ma anche le problematiche legate alla continuità territoriale. Vengono intervistati Massimo Deiana, docente di Diritto della Navigazione, e Angela e Alverio Podda, ideatori di un progetto chiamato "Idea Sardegna", una rivendita di prodotti sardi che vengono direttamente importati dai titolari per ovviare in qualche modo ai prezzi, troppo alti, dei trasporti. Infine, viene intervistato lo scrittore Gabriele Casula, autore del libro "¿Dónde nació Perón? Un enigma sardo nella storia dell'Argentina" (Condaghes). Il libro pone interessanti domande sulle possibili origini sarde del presidente argentino Juan Domingo Perón.
Note: un programma realizzato con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna Assessorato al Lavoro Formazione Professionale Sardi nel Mondo